Dulce Dux

Stile Art Brut

Stile Art Brut

Questa caricatura è molto particolare, il viso pare concentrare un vortice nel centro. I capelli del ragazzo fanno pensare al sole…

Vedo lagrime, un letto, un mouse, una cascata, il mare, una giovane dai capelli lunghi, una roccia che emerge dal mare.

“Dulce mi chiamava la mia fidanzata spagnola e Dux i miei amici.

Due risate un fine settimana qualche anno fa hanno fatto sì che il mio nome attuale sia Dulce Dux. È un nome che significa dolce e guida e riflette due dei miei lati. 

Se dovessi cercare una sola parola per definire quello che faccio è viaggiare.

Dopo aver finito la scuola non ho voluto studiare più, non ha senso investire 4 o 5 anni in studiare qualsiasi cosa, se non lavorerò di esso nessun giorno.

Dunque a 18 anni ho cominciato la mia avventura.

Non sapevo cosa fare con la mia vita, ma sapevo che non volevo restare nella mia città natale. Volevo vedere il mondo, respirare altre culture, assaporare altre vite.

Ho cominciato a raccontare il mio viaggio su Instagram. Lo facevo per mia sorella, che aveva 10 anni all’epoca. Commentavo tutto: i luoghi, le persone, i cibi, le professioni più strane che esistono. Era il mio modo di farla viaggiare con me, di farle scoprire le meraviglie che mi circondavano.

Ho capito che gli esseri più generosi e più crudeli siamo noi, esseri umani. Che il nostro pianeta è un luogo straordinario.

La diversità dei paesaggi è cattivante. Torno a luoghi che mi piacciono in diverse stagioni, per scoprirli di nuovo. Ogni volta è come se li vedessi per la prima volta, con occhi nuovi e curiosi.

Mi piace sapere e comprendere tutto ciò che vedo, per ciò faccio molte interviste ai locali, specie quelli più anziani. È affascinante scoprire la storia di una vita. Non so come, ma la gente apre il suo cuore con me. Evidentemente non pubblico cose private, soltanto curiosità generiche e con il permesso di chi racconta.

Tutti vogliono regalarmi cose, ma io non posso portarle, perché nel mio zaino il posto è calcolato: laptop, una buona macchina fotografica, 3 cambi di vestiti, spazio per qualcosa da mangiare e il sacco da dormire. Il mio zaino è la mia casa, il mio compagno di viaggio, il mio simbolo di libertà.

Il regalo più prezioso è il suo tempo, che condividono con me, raccontandomi le sue esperienze.

Mi faccio una foto con tutti per conservarla su Instagram. È il mio tesoro, la storia della mia vita. Ogni foto è un ricordo, un’emozione, un insegnamento.

La foto che mi piace di più è quella della mia ragazza. L’ha scattata 5 anni fa, in Spagna. C’era un tramonto prezioso, tranquillo. Scattava molte foto, perché ogni minuto il cielo cambiava, cambiando la tonalità del mare. E in mezzo a questa bellezza apparve una sirena di capelli rossastri e lunghi, che mi ha rubato il cuore.”

Natalia.


 






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