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Giuseppe e l'enigma del castello

Dipinto stile Art Brut

 "Vivia una volta un pesciolino molto curioso, che voleva sapere tutto. Fin da piccolo, tutti li chiamavano “Perché”.

Lui osservava la vita marina lunghe ore e a volte dimenticava persino di mangiare. Sua nonna li rimproverava spesso, poiché la sua curiosità non era normale. Rischiava essere mangiato in qualsiasi momento, poiché non prestava attenzione ai pericoli.

 I pesci viaggiavano molto, alla ricerca di acque fresche e piene di plancton. Nella sua piccola testa, conservava ogni tipo di informazione possibile; non poteva fare altrimenti.

Altri pesci lo criticavano in passato, ma ora non gli facevano più caso. Pensavano che prima o poi sarebbe diventato pasto per qualche predatore.

A Glu, cosi si chiamava in realtà, piaceva cuesta libertà. Nessuno gli ordinava cosa fare, quando mangiare o dove nuotare.

La sua era la vita sognata, anche se solo per lui.

Durante uno dei suoi viaggi, Glu rimase incantato da una roccia dalla forma molto strana. Non aveva mai visto nulla di simile.

Passava ore a osservare la roccia da diversi angoli, da vicino e da lontano, ma l’enigma non si svelava.

Glu era talmente assorto nella contemplazione della roccia che non notò una gabbiana che volteggiava in cerchio sopra di lui. Quando finalmente la vide, esclamò: “Sono velenoso!” Era l’unica cosa che gli venne in mente.

La gabbiana si posò, ridendo a pieni polmoni, sopra la tranquilla acqua del mare. Il sole giocava tra le onde, risplendendo sulla gabbiana. Era giovane, come dimostravano le grigie piume ancora visibili tra il bianco abbagliante del suo corpo.

I suoi intelligenti occhi azzurri osservavano Glu con attenzione e non avevano uno sguardo assassino.

“Ma che scemo sei!” disse la gabbiana, quando finalmente smise di ridere. “Voi siete il nostro cibo preferito: paffutelli, gustosi e delle dimensioni perfette.”

Glu rispose, quasi senza paura (non è che tutti i giorni puoi parlare col tuo nemico): “Ha funzionato, però. Non mi hai mangiato.”

“Se non fossi già sazia, ti avrei già inghiottito e non staremmo qui a parlare. Cosa ci fai qui, magrolino? Devo avvertirti: nella nostra colonia c’è chi scommette che ti mangerà prima o poi, nonostante la tua magrezza. La tua presenza in superficie disturba, gli strambi non piacciono…”, disse la gabbiana.

“Non voglio provocare nessuno, sto solo cercando di capire cos’è questa strana e affascinante roccia.”

“Credo che sia una casa dove vivono gli umani. Vuoi vederla da vicino? Posso portarti nel mio becco.”

Il pesciolino evacuo la sua paura nel mare, ma per un’avventura così affascinante ne valeva la pena provarla.

“Sì, certo. Ma il viaggio non deve essere troppo lungo, altrimenti non sopravvivrei senza acqua.”

La gabbiana, con Glu nel becco, si è avvicinata alla casa, ha sorvolato le finestre e poi ha lasciato cadere Glu nell’acqua.

Il piccolo pesce era euforico: non aveva mai volato e non aveva mai visto una casa di umani. Voleva esaminarla meglio, così hanno ripetuto l’operazione altre tre volte.

Questo è stato osservato da uno scrittore che si era isolato nel castello sulla scogliera per cercare ispirazione… e l’ha trovata!

Scriverà sulla storia del pesciolino Giuseppe e della sua amica gabbiana Giulia, che volevano scoprire il mistero del castello sulla scogliera.  

Per fortuna, lui non era uno scienziato, altrimenti nessuno avrebbe mai creduto il suo racconto…"

Natalia

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